E’ finita l’era del carrello tricolore: il governo Meloni sospende l’iniziativa adottata per contenere l’inflazione nei supermercati italiani.
E’ stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ad annunciare la sospensione del “carrello tricolore”. Il cosiddetto trimestre anti-inflazione quindi non si rinnoverà, perché – come dichiara il Ministero – “l’obiettivo è stato raggiunto”. Eppure, i dati dicono tutt’altro.
Sospeso il carrello tricolore: “Obiettivo raggiunto”
Termina il 31 dicembre 2023 il “carrello tricolore”, l’iniziativa promossa dal governo Meloni per offrire una serie di prodotti scontati nei supermercati italiani, e contenere l’aumento dei prezzi in un periodo di inflazione.
Secondo il ministro Adolfo Urso, “l’obiettivo è stato raggiunto”, e quindi l’iniziativa non verrà rinnovata. I prodotti scontati erano beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, ma anche prodotti per l’infanzia e la cura della persona.
“Il nostro obiettivo era contenere i prezzi del carrello della spesa dei beni alimentari dei prodotti a più largo consumo e ci siamo riusciti”, dichiara soddisfatto Urso, precisando che “l’inflazione è allo 0,8%, lo scorso anno era l’11,8% e siamo per la prima volta sotto la media dell’Unione Europea“.
L’impatto sui prezzi: cosa dicono i dati?
A ottobre, tuttavia, l’iniziativa si era rivelata già un flop. Pochi giorni dal suo debutto infatti, il famigerato “carrello tricolore” ha donato ai consumatori italiani un risparmio di pochi centesimi. “Laddove si è fortunati si ha uno sconto del 10%; il nulla rispetto agli aumenti che ci sono stati”, tuonava Rosario Trefiletti, Presidente Centro Consumatori Italia.
Ad oggi, nonostante l’esaltazione degli “obiettivi raggiunti” confermati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le cose non sembrano essere cambiate. Secondo i dati, infatti, alcuni prodotti alimentari che facevano parte del Carrello Tricolore non hanno seguito la tendenza generale di diminuzione dei prezzi.
Tra questi, la frutta fresca ha visto un aumento del 4,4%, l’olio di oliva del 3% e gli alimenti per bambini del 2,9%. “Vergognoso che la Pasta (fresca, secca e preparati di pasta), simbolo dell’alimentazione italiana, continui a salire nonostante prezzi oramai astronomici”, chiosa Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.